Brescia

La Vittoria Alata

Dove si trova

La Statua della Vittoria Alata si trova all’interno del Parco archeologico di Brescia romana Capitolium, in Via Musei

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La Vittoria Alata nella sua nuova collocazione al Capitolium

Simbolo di Brescia

La statua in bronzo della Vittoria Alata è il simbolo della città di Brescia. Fu cantata da Giosuè Carducci che la celebrò nell’ode Alla Vittoria, scritta per ricordare le imprese della città di Brescia durante l’insurrezione delle Dieci Giornate contro l’oppressione austriaca avvenuta tra il 23 marzo e il 1° aprile 1849. Fu ammirata anche da Gabriele d’Annunzio e da Napoleone III che ne vollero una copia. 

La Vittoria Alata è una delle opere più importanti della romanità per composizione, materiale e conservazione, e uno dei pochi bronzi romani proveniente da scavo giunti fino a noi.

Descrizione

La statua rappresenta una figura femminile di 191 cm di altezza realizzata in bronzo tramite la tecnica di fusione a cera persa.

La Vittoria Alata, la cui figura è volta leggermente verso sinistra indossa una tunica fermata sulla spalla (kiton) e un mantello (himation) che le avvolge le gambe.

La gamba sinistra lievemente sollevata, presumibilmente appoggiata sull’elmo di Marte. Sul capo è posta un’agemina d’argento e rame a cingerne i capelli.  

In seguito furono aggiunte le ali per trasformare l’opera nella dea Victoria, simile a opere presenti nei fori imperiali di Roma e Costantinopoli.

La Vittoria alata ammirata da D'Annunzio e Napoleone III

Storia

Inizialmente considerata di origine ellenistica, la Vittoria Alata fu successivamente riconosciuta come un pastiche romano ossia un’opera che deliberatamente imita lo stile di altri artisti.

Pprobabilmente realizzata dopo il 69 d.C., si ispirava a un originale presumibilmente creato a Rodi o ad Alessandria d’Egitto intorno al 250 a.C. Rappresentava un’immagine di Afrodite che si specchiava nello scudo di Ares, mantenendo una posa tipica dell’Afrodite Urania del “tipo Cirene”. Dettagli come la torsione del busto e la posizione delle braccia erano mutuati da opere greche del V-VI secolo a.C. 

Fu rinvenuta la sera del 20 luglio 1826, dopo essere stata nascosta per secoli nell’intercapedine occidentale del Capitolium tra il tempio e il Cidneo. Questo nascondiglio ha protetto l’opera, insieme ad altri pezzi bronzei, tra cui la famosa serie di ritratti, dalle incursioni delle popolazioni barbariche, come i Goti e gli Unni, che avrebbero potuto fondere il bronzo per fabbricare armi durante le loro invasioni e ne spiega il notevole stato di conservazione.

Durante la prima guerra mondiale, il governo italiano decise di trasferire l’opera a Roma per preservarla dalle possibili devastazioni del conflitto (decisione presa anche per molte altre opere d’arte e culturali, furono portate a Roma, lontano dalle linee del fronte, come misura precauzionale).

Al la fine del conflitto, il senatore Pompeo Gherard fu incaricato di assicurare il ritorno delle opere d’arte alle rispettive sedi d’origine e supervisionò personalmente il trasporto e il rientro della Vittoria Alata a Brescia, avvenuto con una cerimonia solenne nel mese di aprile del 1920. Questo evento ha segnato il ritorno trionfante dell’opera nella sua città d’origine, dove continua a essere un simbolo di orgoglio e identità per la comunità bresciana.

 
 

Il volto della Vittoria

Varie ipotesi sulla Vittoria Alata

La prima ipotesi riguardante la statua  suggerisce che potrebbe essere stata trasportata a Roma per volere di Augusto dopo la morte di Cleopatra nel 29 a.C. e successivamente donata a Brixia come atto di benevolenza politica, forse in concomitanza con il conferimento del titolo di Colonia Augusta alla città. 

Si ipotizza che la statua sia stata poi trasformata in Nike dopo la seconda battaglia di Bedriaco, segnando così l’affermazione di Marco Antonio Primo su Vitellio.

Successivamente però, ulteriori indagini eseguite mediante spettrofotometria XRF hanno rivelato la mancanza di significative difformità tra le ali e il corpo della statua, suggerendo che l’opera sia nata da un unico processo costruttivo anziché essere stata modificata successivamente.

La scultura è stata oggetto di analisi e studio interdisciplinare e nel luglio 2018 è iniziato il restauro affidato all’Opificio delle Pietre dure coadiuvato da incaricati  dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Dopo il restauro, conclusosi nel 2020, per la statua della Vittoria Alata è stata realizzata una nuova struttura nel Capitolium, progettata da Juan Navarro Baldeweg, e dotata anche di un nuovo basamento antisismico.

 

Vittoria nel suo nuovo spazio progettato dall'archiatra Baldeweg

Curiosità

La statua della Vittoria Alata reggeva uno scudo, andato perduto, su cui erano probabilmente incise le gesta di un illustre personaggio oppure la celebrazione di qualche vittoria.

Dopo il ritrovamento l’entusiasmo a Brescia era tale che la statua fu fatta sfilare, accompagnata dalla banda, fino al convento di San Domenico, considerato il centro della cultura dell’epoca.

 
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Orario

Dal martedì alla domenica 10-18

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Costo

15 Euro (inclusa Santa Giulia)

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Animali non ammessi

Solo guide non vedenti

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