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Trekking

Rifugio Prudenzini

MONTAGNA

PRUDENZINI

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Quando

Da Giugno a Settembre

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Dove

VAL CAMONICA

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Valutazione

9/10

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Difficoltà

Facile

L'ITINERARIO

AVVICINAMENTO

Procedere fino al comune di Saviore dell’Adamello, arrivati in centro al paese seguire le indicazioni per Fabrezza e Val Salarno, la strada diventa stretta e passiamo in una zona recentemente disboscata dal VAIA, superare il ruscello e procedere fino alla località Fabrezza e parcheggiare presso il rifugio Stella Alpina.

Qui trovate il link per raggiungere il punto di partenza, per Mappe Apple o per Google Maps

SENTIERO

Il sentiero che da Fabrezza porta al Rifugio Paolo Prudenzini è un sentiero semplice e tendenzialmente adatto a tutte le persone con un discreto allenamento. Dal Rifugio Stella Alpina proseguire lungo la strada cementata che superato un primo ponticello si addentra nel bosco, il primo tratto è ripido e a tornante ma la strada è sempre larga e priva di ogni pericolo. Superato il bivio per il lago di Bos la strada diventa leggermente meno ripida e meno a tornanti. Dopo circa un’ora e mezza di cammino vediamo davanti a noi la diga del Salarno, raggiunta la diga avremo al nostro fianco i magnifici laghi del Salarno, due laghi artificiali che ci faranno da compagnia per un buon tratto di tragitto. Superati i laghi vediamo davanti a noi il rifugio Prudenzini e dietro di lui è possibile scorgere il fronte del ghiacciaio Pian di Neve. Giunti al Prudenzini il panorama sulla valle e sull’Adamello è mozzafiato e la sua vista ripaga ampiamente la fatica fatta per arrivare fin lì.

Difficoltà

Il sentiero non presenta particolari difficoltà o tratti attrezzati, la carreggiata è sempre ampia, percorribile anche dalle biciclette e dai mezzi di servizio del rifugio. Prestare attenzione se lo si percorre fuori stagione per la presenza di neve o di versanti in slavina.

percorso

e punti panoramici

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I laghi Salarno
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La Concarena alle spalle del nostro cammino
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Il ghiacciaio alle spalle del rifugio

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IL VIDEO

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Monumenti e Piazze

Piazzetta Tito Speri

Brescia

PIAZZETTA TITO SPERI

PIAZZETTA TITO SPERI E STATUA DI TITO SPERI

Dove si trova

Nel cuore del centro storico di Brescia,a pochi metri da piazza Paolo VI, ai piedi della collina che conduce al Castello, si apre una piccola piazza, la Piazzetta Tito Speri. 

Qui trovate il link per raggiungerlo con Mappe Apple o con Google Maps

Piazza Tito Speri

Una veduta di Piazzetta Tito Speri

UNA PIAZZA STORICA MA VIVACE

Circondata da alberi e panchine, sorge un’imponente scultura dedicata al celebre patriota italiano di origini bresciane, noto per il suo coraggio durante la battaglia delle Dieci Giornate di Brescia. Questo monumento, risalente al 1888, rappresenta un simbolo tangibile della storia e dell’identità della città

La piazza ospita anche una suggestiva fontana in pietra, adornata da un affresco raffigurante un guerriero a cavallo con lo scudo recante il simbolo della Leonessa, emblema di Brescia.

Oggi la piccola piazzetta é sempre molto frequentata sia perché punto di passaggio per arrivare a piedi da Piazza Loggia al Castello sia per la presenza di localini e bar molto frequentati.

Il monumento a Tito Speri

La Statua a Tito Speri

Storia

La statua di Tito Speri, realizzata dallo scultore Domenico Ghidoni, venne ufficialmente inaugurata il 2 settembre 1888. Questo evento fu reso possibile grazie ai finanziamenti provenienti da una sottoscrizione pubblica organizzata dalla “Società Reduci delle Patrie Battaglie”. 

In concomitanza con l’inaugurazione della statua di Speri, l’amministrazione comunale fu sollecitata a rinnovare completamente gli spazi circostanti. Questo cambiamento avrebbe trasformato l’area dell’antica piazza dell’Albera nella successiva Piazza del 1849, successivamente rinominata Piazzetta Tito Speri in onore della presenza della statua stessa.

Per garantire il successo dell’evento, fu diffuso un manifesto speciale sia in città che in provincia, con l’obiettivo di coinvolgere il maggior numero possibile di partecipanti. Inoltre, furono preparate decorazioni speciali nella piazzetta, inclusi bandiere, stemmi, mazzi di fiori e corone con i nomi dei protagonisti delle dieci giornate. 

Durante la cerimonia inaugurale, i reduci dell’evento e altri eroi e rappresentanti delle battaglie risorgimentali presero parte alla celebrazione, rendendo l’evento ancora più significativo

Il monumento a Tito Speri

La Statua vista da Via Musei

DESCRIZIONE

La statua di Tito Speri, situata nella piazzetta, riflette l’influenza della corrente verista, evidente nella sua forte componente realista e nell’espressività della figura. La mimica del volto e il gesto della mano, che indica la strada verso il castello e quindi la battaglia  con dinamismo e sprezzo, conferiscono alla scultura un’intensità particolare. Infatti Speri, con gesto deciso, addita al popolo bresciano la necessità di salire alla fortezza in cui erano asserragliati gli austriaci, attraverso la salita di Ognissanti, ora chiamata Via delle Barricate. 

La base in marmo di Botticino, progettata da Antonio Tagliaferri, presenta quattro targhe votive commemoranti le gesta e gli eventi legati alle Dieci Giornate di Brescia.

Sul fronte del monumento è incisa la dedica “A Tito Speri 1849”.

Sul fianco destro, invece, segue:

«INSURREZIONE BRESCIANA DAL XXII MARZO AL II APRILE MDCCCXLIX 
ESECUZIONE CAPITALE DI TITO SPERI III MARZO MDCCCLIII»

Mentre sul retro del basamento:

«PRIMO COLL’ARMI NEI DISPERATI CIMELI 
DELLA DECADE BRESCIANA 
SUGLI APERTI CAMPI 
SULLE INSANGUINATE VIE 
PRIMO NELLE SEGRETE ACCOLTE DELLE CONGIURE 
ARDIMENTOSO TENACE IMPLACABILE 
CONTRO LA TIRANNIDE DELL’AUSTRIA 
GLORIOSO RIBELLE 
CON ESECRATA SENTENZA 
CONDANNATO AD UN’IMMATURA MORTE»

Sul lato sinistro:

«I COMMILITONI 
REDUCI DALLE BATTAGLIE NAZIONALI 
I NOVELLI CITTADINI DI BRESCIA LIBERA 
ERESSERO NELL’ANNO MDCCCLXXXVIII»

La fontana del Tagliaferri

La fontana del Tagliaferri

La fontana

Eretta nel 1885 da Tagliaferri, la fontana sfrutta materiali lapidei provenienti dal monastero dei santi Cosma e Damiano, distrutto tempo prima. L’architetto si ispirò allo stile medievale per la sua creazione, che incorpora un’arca funeraria del XII secolo appartenente al Vescovo paleocristiano San Tiziano. Quest’arca è coperta da una tettoia marmorea sostenuta da due colonnine con capitelli pseudocorinzi del XV secolo. Sotto la tettoia, uno stemma dipinto a fresco, purtroppo oggi quasi illeggibile, completa l’opera.

 
Iscrizione sulla Statua a Tito Speri

Il basamento della statua

Curiosità

Nel 1852, Tito Speri fu arrestato e torturato per aver formato un comitato insurrezionale a Brescia. Le prove per condannarlo a morte furono fornite da un traditore che voleva salvarsi la vita. Il 3 marzo 1853, Speri salì coraggiosamente sul patibolo a Mantova, insieme a due altri condannati. A soli 27 anni, affrontò la morte con dignità, ma le autorità austriache resero ancor più meschina la sua fine negandogli una sepoltura in terra consacrata e inviando alla madre una nota delle spese per l’impiccagione del figlio.

 
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Orario

sempre visibile

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Costo

Gratuito

animal
Animali sempre ammessi

Luogo liberamente accessibile

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Luoghi DI BRESCIA

La montagna dei bresciani per eccellenza, il Guglielmo, o Golem, il suo nome originario derivante dal mostro antico

Il laghetto alpino incastonato tra l’Adamello e Vezza d’Oglio

A 2200 metri, rappresenta la porta naturale del Parco Adamello e la più classica salita al ghiacciaio Pian di Neve

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Monumenti e Piazze

Monumento alla Bella Italia

Brescia

BELLA ITALIA

Il monumento alla bella italia

Dove si trova

Il Monumento alla Bella Italia, noto anche come Monumento ai Caduti delle Dieci giornate di Brescia si trova nella diramazione nord-est di piazza della Loggia.

Qui trovate il link per raggiungerlo con Mappe Apple o con Google Maps

Il monumento alla Bella Italia

Il monumento visto da Piazza Loggia

Storia

Il monumento alla Bella Italia fu realizzato per sostituire la colonna originale, eretta tra il 1454 e il 1455, che aveva un leone di san Marco sulla sommità. Questa colonna era stata un simbolo del dominio della Repubblica di Venezia su Brescia.

Tuttavia, nel 1797, la colonna fu demolita a seguito degli eventi che portarono alla caduta della Serenissima e alla formazione della Repubblica Bresciana. Il leone sulla sommità fu abbattuto e distrutto. La colonna rimase sul luogo fino al 1821, quando fu demolita durante alcuni lavori. Il monumento alla Bella Italia, quindi, fu eretto nel 1864 per riempire lo spazio vuoto lasciato dalla demolizione della colonna originale.

Il monumento commemorativo agli insorti bresciani fucilati dagli Austriaci nel 1849 era stato originariamente pensato per essere eretto alle pendici del castello di Brescia, dove avvenne l’esecuzione. Tuttavia, in seguito si scelse di collocarlo in piazza della Loggia per due motivi principali: primo, per commemorare il luogo in cui ebbe inizio la rivolta durante le Dieci giornate di Brescia; secondo, per la maggiore frequentazione della piazza, che lo rendeva più accessibile al pubblico. 

Il monumento, realizzato dallo scultore bresciano Giovanni Battista Lombardi, fu inaugurato il 21 agosto 1864 con un evento solenne e formale, caratterizzato da grandi omaggi e riconoscenza al re Vittorio Emanuele II che lo aveva finanziato.

Iscrizione alla base del monumento alla Bella Italia

L'iscrizione alla base del monumento

DEscrizione

Il monumento è costituito da un basamento ottagonale in marmo di Botticino, diviso in due parti separate da un cornicione decorato con formelle scolpite che narrano episodi dell’insurrezione. 

Sui quattro lati del basamento sono raffigurati, in bassorilievo, importanti eventi dell’insurrezione popolare del 1849 a Brescia:

La barricata eretta in piazza San Barnaba il 31 marzo 1849, con insorti bresciani da un lato e soldati austriaci guidati dal generale Nugent dall’altro.

Gli scontri del 27 marzo 1849 presso porta Torrelunga, con insorti che combattono contro i croati mentre alcune donne curano i feriti.

Le fucilazioni di insorti bresciani presso il castello cittadino, rappresentate in bassorilievo con il ponte levatoio e la porta d’ingresso del castello.

Il trasferimento delle ossa dei martiri delle fosse comuni dal castello al cimitero monumentale della città, avvenuto il 1º aprile 1861, con un carro trainato da cavalli, un’urna e statue oranti, circondati da cittadini e bersaglieri schierati.

La statua sulla sommità  del Monumento  raffigura una figura femminile che può simboleggiare l’Italia, la città di Brescia o la libertà stessa. Indossa una lunga tunica e tiene sotto il braccio sinistro un grande stendardo ripiegato, mentre nella mano destra tiene dei tralci di vite. 

Tra il basamento e la statua vi è un basso plinto con due iscrizioni. L’iscrizione sul fronte commemora l’insurrezione popolare contro l’occupazione austriaca durante i Dieci Giorni di Brescia, mentre quella sul retro attesta il dono di Vittorio Emanuele II in riconoscimento dell’eroismo del popolo insorto.

Il volto del monumento alla Bella Italia

La sommità del monumento, con il volto della statua

Curiosità

Un tempo il basamento del Monumento alla Bella Italia era circondato da una recinzione metallica di cui non vi è più traccia. Probabilmente fu rimosso ai tempi della grande Guerra quando tutti i metalli disponibili furono recuperati per usi bellici 

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Orario

sempre visibile

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Costo

Gratuito

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Animali ammessi

Il monumento è liberamente accessibile

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Luoghi DI BRESCIA

La montagna dei bresciani per eccellenza, il Guglielmo, o Golem, il suo nome originario derivante dal mostro antico

Il laghetto alpino incastonato tra l’Adamello e Vezza d’Oglio

A 2200 metri, rappresenta la porta naturale del Parco Adamello e la più classica salita al ghiacciaio Pian di Neve

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Trekking

Lago d’Aviolo

MONTAGNA

LAGO D'AVIOLO

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Quando

Da Aprile a Novembre

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Dove

VAL CAMONICA

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Valutazione

9/10

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Difficoltà

Facile

L'ITINERARIO

AVVICINAMENTO

Prendere la SS 42 in direzione Ponte di Legno.  Arrivati al centro di Vezza d’Oglio prendere a destra  al km 128  imboccando Via Stella e seguendo l’indicazione “Rifugio Aviolo”. Seguire la strada, attraversare il ponte che passa l’Oglio e da qui salire per qualche chilometro fino al rifugio “La Cascata”. Qui si può lasciare la macchina e proseguire a piedi fino all’imbocco del sentiero CAI 21.

Qui trovate il link per raggiungere il punto di partenza, per Mappe Apple o per Google Maps

SENTIERO

 Il sentiero è molto ripido e in poco meno di tre chilometri ci porta da quota 1400 ai 1950slm del Lago. Una volta imboccato il sentiero n 21 è impossibile sbagliare strada visto che fino al lago non ne incroceremo nessun altro. Il sentiero procede tra radici e gradoni prima attraverso un bosco di abeti e poi in un cespuglieto fino ad arrivare ad un suggestivo canalone sassoso e ripido. Si giunge quindi ad un pianoro dove si vede l’accesso ad una galleria dell’Enel. Il sentiero continua a sinistra e , ricominciando a salire, arriva in breve al rifugio Sandro Occhi e, circa 100 m dopo, al Lago d’Aviolo. Intorno al lago sono presenti rocce e spiagette per godere del magnifico panorama.  Volendo si può raggiungere, in circa 20 minuti, l’Osservatorio faunistico da cui, se  aperto, e’ possibile avvistare facilmente i camosci. Il ritorno segue lo stesso sentiero percorso in salita. Prestare attenzione all’attraversamento della frana che è sempre da affrontare con piede stabile e ai molti tratti umidi per la presenza costante del torrente vicino al sentiero.

Difficoltà

Il sentiero non presenta particolari difficoltà (a parte la ripidità) o tratti attrezzati.Nei tratti più ripidi e spesso umidi è presente una catena per agevolare la salita. Lo possono percorrere persone di ogni età, bambini compresi, purché abbiano un corretto allenamento: si tratta pur sempre di  poco meno di 500 metri di dislivello positivo, affrontati in poco meno di 3 chilometri, con alcuni tratti particolarmente ripidi e faticosi. Per chi ha la possibilità di farlo, consigliamo di visitare il lago evitando la settimana centrale di Agosto, quando per la bellezza del luogo e la relativa semplicità del percorso, il Lago viene preso d’assalto e si sale in fila indiana.

percorso

e punti panoramici

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Il percorso
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Il Panorama su Vezza
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L'osservatorio faunistico

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IL VIDEO

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Trekking

Monte Guglielmo

MONTAGNA

GUGLIELMO DA CAREGNO

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Quando

Da Aprile a Novembre

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Dove

VAL TROMPIA

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Valutazione

8/10

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Difficoltà

Facile

L'ITINERARIO

AVVICINAMENTO

Prendere la SP345 (Triumplina) e proseguire oltre il paese di Gardone Val Trompia. Da qui prendere a sinistra seguendo le indicazioni per Caregno. La strada sale per circa 7 km e arriva al ristorante La Fabbrica, nei cui pressi sono disponibili vari parcheggi. Lasciare l’auto e iniziare il percorso a piedi.

Qui trovate il link per raggiungere il punto di partenza, per Mappe Apple o per Google Maps

SENTIERO

Dal parcheggio si segue la strada fino ad arrivare alle indicazioni per il sentiero 318. Il primo tratto del sentiero è molto ripido e in meno di 2 km ci porta a quota 1450 fino a giungere in prossimità del crinale del Monte Bifo. Da qui inizia un lungo falsopiano circondato da magnifici pascoli con vista sulla Val Trompia che conduce al Passo del Sabbione e, con uno sterrato, alla Malga Stalletti Bassi (1542) e poi alla Malga Stalletti Alti (1690). Nel tratto finale il sentiero riprende a salire in maniera più decisa, incrocia il sentiero 325 e, con gli ultimi prati, ci porta al Monumento al Redentore (risalente al 1902), simbolo della vetta del Guglielmo, e alla statua di Papa Paolo VI. Da qui potremo ammirare in tutta la sua bellezza il Lago di Iseo. Nelle rare giornate lipide si riesce ad ammirare l’intero arco delle Prealpi lombarde fino ai massicci alpini dell’Adamello e del Brenta e gli Appennini. Si torna al parcheggio seguendo a ritroso lo stesso itinerario. Lungo il percorso non sono presenti fonti d’acqua. CURIOSITA’: Monte Guglielmo  il nome italiano della montagna chiamata Golem dai bresciani; il nome deriva dal latino “culmine” ossia “culmine”.

 

 

Difficoltà

Il sentiero non presenta particolari difficoltà o tratti attrezzati, prestare attenzione in discesa al tratto finale verso Caregno, specialmente quando si percorre la cresta perché il fondo è particolarmente scivoloso e sdruciolevole.

percorso

e punti panoramici

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Il percorso
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Il Panorama su Vezza
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L'osservatorio faunistico

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IL VIDEO

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Monumenti e Piazze

Duomo Vecchio di Brescia

Brescia

IL DUOMO VECCHIO

Il duomo vecchio

Dove si trova

Il Duomo Vecchio di Brescia si trova nella centralissima Piazza Paolo VI, chiamata oggi prevalentemente con l’antico nome di Piazza Duomo

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La rotonda del Duomo Vecchio vista dall'alto

L'interno del Duomo Vecchio, noto anche come "La Rotonda"

il duomo, un gioiello bresciano

Il Duomo Vecchio di Brescia, noto anche come la “Rotonda”, rappresenta un autentico gioiello della città, caratterizzato da una mescolanza di stili ed epoche.

Costruito a partire dal 1100 da una Corporazione di muratori specializzati, questo tempio romanico circolare ospita una ricca varietà di opere d’arte e testimonianze storiche. Tra le principali attrazioni vi è il sarcofago di Berardo Maggi, esemplare di scultura romanica in marmo rosso, e il monumento funebre del vescovo Balduino Lambertini da Bologna, realizzato nel 1349 da Bonino da Campione.

Il Duomo Vecchio vanta anche un altare maggiore del XIV secolo, il coro e l’organo di Giangiacomo Antegnati della metà del XVI secolo. All’interno della chiesa, si possono ammirare affreschi della seconda metà del XIII secolo e opere di artisti rinomati come il Romanino, il Moretto, Palma il Giovane, Grazio Cossali e Antonio Gandino. 

Nel transetto sono visibili frammenti della precedente basilica del VI secolo e di un impianto termale romano sotto il pavimento, mentre la cappella delle Sante Croci custodisce reliquie preziose, tra cui frammenti della Vera Croce, protette in una cassaforte insieme ad altre importanti reliquie. Infine, la Cripta di San Filastrio, situata sotto il Duomo Vecchio, è aperta alle visite e appartiene alla primitiva basilica dell’VIII secolo. 

Le finestre del Duomo Vecchio sono caratterizzate da una serie di coppie di finestre arcuate, con cornici a tripla strombatura, distribuite sia nella parte inferiore che in quella superiore della struttura

Vista a 360° dall’interno del Duomo Vecchio

ESTERNO

Il Duomo vecchio di Brescia presenta una struttura romanica con blocchi regolari di marmo di botticino e monofore disposte su tre livelli, oltre a lesene decorative e un fregio a denti di sega. L’ingresso principale, aperto nel 1571, sostituì un ingresso inferiore interrato. Il campanile originale crollò nel 1708 a causa di un ingrandimento del portale nel Seicento. Restauri successivi hanno cercato di restituire all’edificio il suo aspetto romanico originale, incluso il ripristino delle monofore. La parte retrostante del Duomo mostra gli ampliamenti praticati nei secoli, inclusi quelli cinquecenteschi e il campanile costruito nel Settecento dopo il crollo del campanile originario.d

La rotonda del Duomo Vecchio vista dal basso

Il cuore del Duomo Vecchio

Storia

Il Duomo Vecchio di Brescia, costruito nel XII secolo sui resti di una basilica del VI secolo e successivamente ampliato nel XIII secolo su iniziativa del vescovo Bernardo Maggi, ha subito significativi lavori nel XV secolo, sotto la guida dell’architetto Bernardino da Martinengo. Questi interventi includono l’ampliamento delle cappelle maggiore e delle Sante Croci, con importanti contributi artistici di Gasparo da Cairano .

Dopo gli eventi del Sacco di Brescia nel 1512, il comune investì nella decorazione della cattedrale di S. Maria Assunta, con opere come le ante dell’organo realizzate da Floriano Ferramola e del Moretto, sostituite in seguito da quelle di Romanino. Nel 1571, Giovan Maria Piantavigna avviò una ristrutturazione secondo i dettami controriformistici, includendo l’apertura dell’accesso sopraelevato e il restauro delle cappelle.

Il duomo vecchio  ha però una storia che risale all’età romana, con vani che presumibilmente facevano parte di un edificio termale del I-III secolo d.C. Nel IV-V secolo, è stata inserita la cattedrale paleocristiana minore, utilizzando le murature romane e gli ipocausti. 

Successivamente la chiesa paleocristiana  è stata ricostruita in una forma monumentale, diventando una rotonda a “doppio guscio”. Questa trasformazione potrebbe essere stata avviata da Adelmanno (1057-1087) e completata successivamente, riflettendo un’interpretazione enfatica e deliberata dell’architettura romana.

 
La cripta al duomo vecchio

La cripta di San Filastrio, facente parte della basilica del VI secolo

curiosità

Questa targa  ricorda  Niccolò Fontana, un ragazzo che, per fuggire ai soldati durante gli eccidi del 1512 si rifugiò nel Duomo Vecchio. Qui venne colpito al capo e al volto, tanto da non poter più parlare fluentemente ma solo balbettare. Per questo motivo egli, destinato a  diventare sommo matematico, fu chiamato Niccolò Tartaglia e con tale soprannome passò alla storia.  

La lapide per Tartaglia al Duomo Vecchio

La targa a ricordo di Niccolò Tartaglia

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Orario

Dalle 8 alle 20

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Costo

Gratuito

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Luoghi DI BRESCIA

La montagna dei bresciani per eccellenza, il Guglielmo, o Golem, il suo nome originario derivante dal mostro antico

Il laghetto alpino incastonato tra l’Adamello e Vezza d’Oglio

A 2200 metri, rappresenta la porta naturale del Parco Adamello e la più classica salita al ghiacciaio Pian di Neve

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Monumenti e Piazze

Duomo Nuovo di Brescia

Brescia

DUOMO NUOVO

Il Duomo nuovo di Brescia

Dove si trova

In piazza Paolo IV (già Piazza Duomo) nel cuore del centro di Brescia 

Qui trovate il link per raggiungerlo con Mappe Apple o con Google Maps

La facciata esterna del Duomo Nuovo

CARATTERISTICHE

Il Duomo Nuovo è un edificio che si distingue per la sua storia di costruzione prolungata, estendendosi per circa 230 anni. Questa lunga durata della fabbrica ha contribuito a creare una struttura architettonica e decorativa che, nonostante la coerenza generale, rivela una fusione di stili. 

All’interno e soprattutto sulla facciata, si può notare una mescolanza di elementi barocchi e neoclassici. Questa commistione di stili dà origine a un’interpretazione unica, dove il barocco si stempera con l’eleganza neoclassica, risultando in un edificio che sembra iniziare con un gusto barocco e finire con uno stile neoclassico.

La Navata centrale del Duomo

LA CATTEDRALE DI BRESCIA

Il Duomo nuovo di Brescia, o cattedrale estiva di Santa Maria Assunta, è un capolavoro dell’architettura sacra. La sua costruzione è iniziata nel 1604, su progetto dell’architetto bresciano Giovanni Battista Lantana, e si è protratta fino al 1825, coinvolgendo diversi architetti e artisti nel corso dei secoli. La sua posizione, nella piazza Paolo VI, ne fa uno dei fulcri della vita cittadina.

Eretto sul sito della precedente basilica paleocristiana di San Pietro de Dom, il Duomo nuovo rappresenta un mix di stili architettonici, che vanno dal tardo Rinascimento al Neoclassicismo. La sua imponenza e la ricchezza artistica al suo interno lo rendono una tappa imprescindibile per chi visita Brescia.

IL PROGETTO INIZIALE

La storia della cattedrale inizia nel 1603 quando Agostino Avanzo propone la costruzione di un nuovo edificio religioso al posto dell’antica basilica paleocristiana di San Pietro de Dom ormai pericolante.

Dopo che i suoi primi progetti vengono scartati per non essere in linea con le direttive della Controriforma e del Concilio di Trento, viene accettato il progetto proposto da Giovanni Battista Lantana. Questo progetto presenta una pianta a croce greca inscritta in un quadrato, con una grande cupola centrale e quattro cupole minori, simile a quello di Bramante per la basilica di San Pietro.

Tuttavia, altre controversie sorgono riguardo alla posizione della nuova cattedrale. Alcuni suggeriscono di costruirla sul lato sud della piazza, creando un effetto monumentale di gusto barocco, mentre altri vogliono demolire la basilica esistente per far posto al nuovo Duomo. 

La famiglia degli aristocratici bresciani proprietaria di una villa sita nella zona proposta per la costruzione (la famiglia Negroboni) però chiede in cambio della cessione del terreno e della demolizione della villa, la costruzione di una nuova residenza con un parco.

In più si sarebbe dovuto aggiungere il costo della restaurazione della basilica paleocristiana ormai cadente.

Dopo varie discussioni, si opta per la soluzione più economica: demolire l’antica basilica e costruire al suo posto il nuovo Duomo.

Ma la croce greca ancora non convinceva totalmente tutti quindi il Lantana propone un terzo e quasi definitivo progetto che prevede l’aggiunta di un ordine minore tuscanico oltre quello maggiore corinzio e una ulteriore cupola nell’abside, retta da contrafforti esterni intervallati da nicchie.

La cupola del Duomo vista dall'interno

LA POSA DELLA PRIMA PIETRA

La posa della prima pietra avviene nel 1604 ma l’inizio dei lavori non attenua le polemiche.

La rivalità maggiore é tra Pier Maria Bagnadore e il Lantana stesso e riguarda ancora principalmente la forma della pianta del duomo. Bagnadore voleva trasformarla in croce latina, mentre il Lantana preferiva mantenere la croce greca. 

Nonostante Bagnadore assuma l’incarico di direttore dei lavori con un progetto praticamente uguale a quello del Lantana ad eccezione dell’aggiunta di una campata ad ovest che trasformava di fatto la croce greca in croce latina, le polemiche non si fermano e i lavori non avanzano.

Alla fine, lo stesso Bagnadore tornerà ad un progetto a croce greca e riducendo a due le nicchie esterne. Nelle nicchie verranno inserite le statue dei santi Faustino e Giovita, tuttora presenti.

LA PESTE DEL SEICENTO

L’epidemia di peste del 1630 ebbe un impatto significativo sull’economia e sulla demografia del Nord Italia, mettendo a dura prova il cantiere del Duomo e causando un arresto quasi quarantennale nei lavori di costruzione. 

È interessante notare che il ripristino del cantiere nella seconda metà del Seicento fu reso possibile in parte proprio grazie alle eredità donate alla Chiesa da coloro che perirono a causa della peste, migliorando così le condizioni economiche della Diocesi di Brescia. Questo permise alla fabbrica di riprendere i lavori, anche se la crisi persisteva al di fuori del cantiere. Con la ripopolazione del cantiere, inizia la terza fase di costruzione del Duomo.

La navata centrale

LA CONCLUSIONE DEI LAVORI

Nel 1758 C’è un nuovo avvicendamento a capo del cantiere e a prenderne le redini della fabbrica, portando avanti importanti modifiche, subentra Giovanni Battista Marchetti.

La facciata subì ulteriori interventi per adattarla al gusto neoclassico, includendo l’aggiunta di un frontone triangolare  che sarà finalmente quello definitivo.

La cupola, elemento centrale del progetto sin dall’inizio, fu completata nel 1825 sotto la guida di Luigi Cagnola. Questa imponente struttura, con un diametro interno di 21 metri e esterno di 26 metri e un’ altezza complessiva di 64,29 m etri, posizionò la cupola del Duomo nuovo di Brescia al 3° posto in Italia dopo quella della basilica di San Pietro a Roma e Santa Maria del Fiore a Firenze.

La facciata del Duomo

ESTERNO

Il Duomo Nuovo di Brescia è un capolavoro architettonico che ha richiesto quasi due secoli per essere completato. La sua costruzione iniziò nel 1604 e si concluse nel 1825 con l’aggiunta della maestosa cupola.

La facciata del Duomo Nuovo è realizzata in marmo di Botticino e presenta una simmetria pronunciata. Si sviluppa su due ordini: Il livello inferiore, più ampio, contiene i due ingressi laterali, mentre quello superiore è principalmente decorativo, con un’altezza maggiore rispetto al soffitto effettivo della cattedrale. 

L’ordine architettonico predominante è il corinzio, mentre le basi sono tutte attiche.

Al centro della simmetria si trova il grande portale d’ingresso, con un frontone ad arco che ospita il busto del Cardinale Angelo Maria Querini, realizzato da Antonio Calegari nel 1750. Sul livello superiore, c’è un alto finestrone sormontato da un frontone triangolare. 

Il frontone principale della facciata è anch’esso triangolare e presenta lo stemma della città di Brescia, circondato dalle statue della Vergine Assunta e dei Santi Pietro, Paolo, Giacomo e Giovanni.

Nelle nicchie dell’abside si trovano le statue dei Santi Faustino e Giovita, opera di Antonio e Carlo Carra, mentre sulla porta laterale verso Via Querini è collocata una statua di San Giovanni Battista. Questi dettagli conferiscono alla facciata della cattedrale un forte valore simbolico e artistico, evidenziando la ricchezza storica e culturale della città di Brescia.

L'interno della chiesa

Interno

L’interno del Duomo Nuovo di Brescia evoca un’atmosfera di maestosità e bellezza sobria, con la sua pianta a croce greca e le pareti bianche che conferiscono un senso di grandiosità.

I dettagli architettonici, come il fregio a girali d’acanto lungo la cornice e le colonne scanalate con capitello corinzio, aggiungono eleganza e raffinatezza. L’uso dei fregi e delle rosette nei sottarchi e nella cupola aggiunge movimento e interesse visivo alla struttura.

Colpisce la pianta a croce greca, con un’unica navata che circonda l’ampio centro dell’edificio sormontato dalla cupola. Nonostante ciò, la profonda abside evidenzia un asse principale di simmetria, mantenendo l’impianto a croce greca in linea con le direttive della controriforma. 

L’ordine corinzio gigante della facciata si ripete all’interno, decorando coerentemente tutte le pareti e i sostegni della cupola. Quest’ultima poggia su un alto tamburo illuminato da ampi finestroni rettangolari, mentre quattro piloni ingentiliti da otto alte colonne libere, anch’esse di ordine corinzio, sostengono l’intera struttura, rivolte verso il vano centrale. 

Dal pavimento alla sommità della lanterna si raggiungono gli 80 metri di altezza. All’epoca della sua edificazione, era uno degli edifici religiosi più importanti d’Italia.

Ai quattro pennacchi sono apposti i busti in marmo degli evangelisti: San Giovanni e San Luca sono opera di Santo Calegari il Giovane, mentre San Marco e San Matteo sono del Carboni.

 

La statua dedicata a Paolo VI

MONUMENTO A PAOLO VI

Paolo VI, nato a Concesio nella provincia di Brescia, fu ordinato sacerdote nel Duomo Nuovo nel 1920 e divenne Papa nel 1963 fino al 1978. Nel 2014, Papa Francesco lo proclamò Beato. 

La città di Brescia ha sempre ricordato e onorato il suo legame con il Papa, dedicandogli la piazza antistante le due cattedrali e erigendo un monumento nel 1984, opera dello scultore Lello Scorzelli

L’opera raffigura Paolo VI nell’atto di aprire la porta santa all’inizio dell’anno giubilare nel 1974, un momento significativo per il pontefice. Il monumento presenta Paolo VI inginocchiato sulla soglia della porta santa, con dietro lastre di ardesia che mettono in risalto la sua figura dorata. 

Le due ante della porta bronzea mostrano scene della vita di San Paolo, mentre in alto è presente lo stemma del Papa. 

L’iscrizione in latino sul basso zoccolo di marmo nero del Belgio recita “PAULUS VI PONT. MAX. BRIXIENSIS”, sottolineando il legame speciale tra Paolo VI e la città di Brescia. 

STATUE DEL PRESBITERIO

Le sculture di San Filastrio e San Gaudenzio presenti  nel presbiterio, eseguite da Antonio Calegari su commissione del cardinale Querini sono state realizzate in pietra di Botticino nel 1739 e rappresentano due importanti figure della chiesa bresciana delle origini. 

Il cardinale Querini, impegnato nel recupero del profilo storico e spirituale di questi vescovi, desiderava che le statue fossero nobili, spiritose e naturali. Calegari conferì alle figure un’animazione e una vitalità straordinarie, con particolare enfasi sulle espressioni dei volti e delle mani.

Filastrio regge l’ampio piviale e indica con decisione la pala d’altare con l’Assunta, simboleggiando la fede, mentre Gaudenzio tiene il libro con i suoi scritti, rappresentando la dottrina. Le superfici delle statue sono mosse in uno stile barocco, con passaggi chiaroscurali che enfatizzano i dettagli dei tessuti, dei volti e delle mani.

L'altare maggiore con la Pala dell'Assunta

PALA DELL’ASSUNTA

La Pala dell’Assunta è davvero un capolavoro che mescola abilmente inventiva e uso del colore. Giacomo Zoboli si ispira all’Assunta del Moretto, ma aggiunge un tocco libero e dinamico, confrontandosi con i modelli emiliani dei Carracci e con composizioni “alla romana”. 

La disposizione degli apostoli nella parte bassa e la Madonna sorretta dagli angeli in volo nella parte alta conferiscono un senso di movimento e vitalità. Zoboli mostra una modernità nel taglio dei corpi degli apostoli e utilizza enfasi e colori accesi tipici del clima pittorico romano.

L’ARCA DI SANT’APOLLONIO

L’Arca di Sant’Apollonio era Inizialmente situata nella basilica costruita dal vescovo Apollonio stesso. le sue reliquie furono successivamente traslate in varie sedi ecclesiastiche prima di essere collocate nel Duomo Vecchio e infine nella nuova cattedrale nel 1674.

Il monumento, realizzato in pietra bianca, è adornato con dettagliati rilievi che raffigurano importanti episodi della vita di Sant’Apollonio, come la sua predicazione a Brescia e la sua morte. 

Sopra l’arca si erge un’edicola, che presenta una figura solenne del santo in abiti vescovili, mentre un fastigio incoronato dalla Madonna con il Bambino e due angioletti genuflessi sovrasta il tutto. Una lastra commemorativa ricorda il riposizionamento del monumento alla fine del XVII secolo.

CROCIFISSO LIGNEO

Il Crocifisso ligneo datato 1502, opera di Francesco Giolfino, è un capolavoro dell’intaglio e della policromia. 

Giolfino, proveniente da una rinomata bottega di scultori e intagliatori a Verona, stabilì una sua bottega  a Brescia, influenzando profondamente gli artisti locali. 

Il Crocifisso originariamente adornava la cattedrale paleocristiana di San Pietro de Dom e successivamente fu trasferito nella nuova chiesa, posizionato sull’altare a destra.

L’opera rivela chiari influssi tedeschi nelle sue tonalità drammatiche ed espressionistiche, ma mostra anche evidenti richiami al Rinascimento, evidenziati soprattutto dalla tensione del corpo di Gesù, che smorza il dramma ma ne accresce l’intensità. La sua bocca contorta dall’agonia e le guance consunte trasmettono un’intensità emotiva straordinaria.

Sebbene la cromia originale sia parzialmente conservata, alcune parti, come il sangue che sgorga dalla ferita al costato, sono state ritoccate in epoche successive.

Il pulpito dell'altare maggiore

Curiosità

Il Duomo Nuovo subì danni significativi a causa di un bombardamento aereo del 1944, che provocò danni al rivestimento in piombo della cupola e ai vetri delle finestre. Gli interventi di restauro successivi, soprattutto nel dopoguerra, hanno contribuito a preservare e ripristinare l’aspetto originale dell’edificio, sebbene alcune tracce dei danni subiti siano ancora visibili, come le scalfitture sulle pareti dell’abside.

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Orario

sempre visibile

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Costo

Gratuito

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Animali non ammessi

Solo guide non vedenti

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Cicloturismo

Ciclovia del Mella Nord

Cicloturismo

CICLOVIA DEL MELLA

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Quando

Tutto l’anno

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Lunghezza

21 km

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Dislivello

320 m

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Bicicletta

Adatta a sterrati

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Tempo

1h 45m

L'ITINERARIO

Partenza

La ciclovia del Mella Nord segue le sponde del fiume Mella da Brescia fino a Marcheno, è possibile imboccarla in vari punti, come ideale inizio vi consigliamo l’incrocio con via Volturno, dove la ciclovia incrocia la ciclabile Brescia Paratico ed è quindi raggiungibile in bicicletta sia dal centro di Brescia, che dai paesi della Franciacorta.

ITINERARIO

La ciclabile è tendenzialmente molto facile, come tutte le ciclabile che seguono le sponde di un fiume, l’andata è in leggera salita, ma ovviamente non presenta alcun tipo di difficoltà, è un percorso di circa 20km, che avendo il ritorno ovviamente in leggera discesa è adatto davvero a tutti. Partendo da Brescia si segue inizialmente la sponda destra del fiume, la ciclabile è quasi sempre protetta e molto distante dalla strada, solamente un piccolo tratto all’altezza di via Monte Lungo è vicina alla carreggiata della strada ma comunque isolata e protetta. Il resto è quasi sempre una ciclabile nel verde con il “rapido Mella” che la le fa da compagno per tutto il tragitto, Superato Concesio ci si sposta momentaneamente sulla sponda sinistra del fiume, per poi trovarsi nei paesi della ValTrompia a tratti a seguire da pochi metri il fiume, mentre in altri tratti lo terremo un poco più distante, ma sempre in zone verdi e fresche.

INTERESSE PAESAGGISTICO

Risalendo il Mella abbiamo la possibilità di vedere il cambiamento del fiume, dal letto largo cittadino, a quello più stretto una volta che si entra in Valle. Incroceremo punti molto interessanti come quando il fiume costeggia il Monte Peso in località Collebeato, o il tratto di parco di Gardone Val Trompia. In generale è una ciclabile adatta a tutti, per passare un pomeriggio in bicicletta nel verde.

INDICAZIONI, CARTELLONISTICA e protezione del ciclista

Indicazioni e cartellonistica sono buone e per via della conformazione della ciclabile al seguito del fiume, è quasi sempre molto facile da seguire, purtroppo peccano alcuni svincoli, e in alcuni comuni della ValTrompia quando si deve abbandonare il fiume si rischia di sbagliare strada pertanto consigliamo di utilizzare il tracciato che vi forniamo con la sua relativa app qui sotto. Dei 20 km di itinerario la quasi totalità è su ciclabile esclusa al traffico veicolare, restano esclusi alcuni tratti di collegamento e alcune intersezioni stradali dove ovviamente serve fare un po’ di attenzione.

COSA VEDERE

LUNGO IL PERCORSO

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Cicloturismo

Ciclabile Brescia Salò

Cicloturismo

BRESCIA SALÒ

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Quando

Tutto l’anno

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Lunghezza

35 km

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Dislivello

150 m

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Bicicletta

Strada e MTB

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Tempo

2h 30m

L'ITINERARIO

Partenza

La Brescia Salò parte da Piazzale Arnaldo, una delle più belle piazze di Brescia, rinomata per i suoi locali e i suoi aperitivi. Unisce idealmente la città con il lago, sfruttando magnifiche strade di campagna che costeggiano i navigli e il Chiese.

ITINERARIO

Partiti da Piazzale Arnaldo imbocchiamo la ciclabile che prima costeggia Viale Venezia e successivamente Viale Bornata. Giunti a Sant’Eufemia ci troviamo sulla sinistra il bellissimo Monastero di Sant’Eufemia e il Museo Mille Miglia, proseguiamo nell’abitato vecchio, qui prestare attenzione perché la sede stradale è condivisa con le auto, e risulta stretta. Proseguiamo in direzione Rezzato tramite strade interne e secondarie, e quando giungiamo a Mazzano dopo una svolta a destra incrociamo il Naviglio Bresciano. Da qui la ciclabile diventa bella e sicura, costeggiamo le acque del Naviglio Bresciano, lungo una vecchia strada oggi adibita unicamente a pista ciclabile. Il paesaggio è davvero bello e ci permetterà di risalire l’intero Naviglio fino a Gavardo. Qui dobbiamo abbandonare la pista che costeggia le acque per attraversare l’abitato di Gavardo e trovare poco più avanti il Chiese (che dona le acque al Naviglio Bresciano). Teniamo la sponda sinistra del Chiese in strade chiuse al traffico fino a Villanuova sul Clisi. Qui la ciclabile costeggia prima a sinistra poi a destra la normale strada per il lago, fino alla località Tormini. Da qui inizia una ripida discesa che in pochi minuti ci condurrà fino alla riva del lago nel centro di Salò. 

Il ritorno andrà fatto sulla stessa via, non esistono collegamenti ferroviari per il ritorno, a meno che non si voglia da Salò andare fino a Desenzano percorrendo però comunque 20 km a fronte dei 35 per il rientro a Brescia.

 

INTERESSE PAESAGGISTICO

Il tratto lungo il Naviglio Bresciano e quello lungo il Chiese rappresentano sicuramente i momenti più belli della ciclabile e ne costituiscono più della metà. Giunti a Salò però il nostro occhio sarà rapito dalla bellezza del paese e del Monte Baldo che dall’altra sponda lo guarda e lo ammira.

INDICAZIONI, CARTELLONISTICA e protezione del ciclista

Indicazioni e cartellonistica sono mediamente buone, purtroppo peccano alcuni svincoli si rischia di sbagliare strada pertanto consigliamo di utilizzare il tracciato che vi forniamo con la sua relativa app qui sotto. Dei 35 km del percorso più di 20 sono su pista ciclabile totalmente priva di traffico veicolare, il resto è fatto da strade secondarie, e salvo alcuni tratti la sicurezza del ciclista è mediamente più che soddisfacente.Sarebbe auspicabile un maggiore impegno da parte delle amministrazioni a eliminare i tratti potenzialmente pericolosi, come l’attraversamento di Sant’Eufemia e permettere ai ciclisti di percorrere in assoluta sicurezza questa magnifica strada che unisce la città con il più grande lago d’Europa e in futuro con la sua ciclabile che ne permetterà l’anello.

COSA VEDERE

LUNGO IL PERCORSO

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Piazzale Arnaldo
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Il Naviglio Bresciano
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Il museo mUSA di salò

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Cicloturismo

Ciclabile Brescia Paratico

Cicloturismo

BRESCIA PARATICO

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Quando

Tutto l’anno

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Lunghezza

34 km

Senza-titolo-122
Dislivello

220 m

Senza titolo-1
Bicicletta

Adatta a sterrati

Senza-titolo-111
Tempo

2h 30m

L'ITINERARIO

PARTENZA

La ciclabile Brescia Paratico parte idealmente dalla Stazione Ferroviaria di Brescia, raggiungibile in bicicletta, in treno più bici o in auto più bici lasciando l’auto in uno dei comodi e ampi parcheggi della Stazione di Brescia

ITINERARIO

L’itinerario unisce tramite ciclabili e strade secondarie la città di Brescia e il Lago d’Iseo, passando attraverso i magnifici vigneti della Franciacorta. Dalla stazione si percorre la ciclabile che affianca il ring e via Fratelli Ugoni, da lì si prende la ciclabile di Via Volturno che in totale sicurezza ci porta fuori dalla città fino alla collina di Sant’anna, da qui si scende verso Cellatica, e una volta deviato a sinistra ci si porta nella bellissima Strada Comunale Vecchia, un tratto di strada ciclabile immerso nel verde che ci porterà fino alla zona industriale di Gussago. La bypassiamo tenendoci a sud della collina di Sale, (prestare attenzione che la cartellonistica a Gussago è carente e poco visibile), risaliamo fino a via Staffoli, dove torniamo a pedalare nel verde, la strada ci porta fino a Rodengo Saiano, dove passeremo a fianco all’Abbazia Olivetana. 

Qui vale la pena una sosta per visitare il chiostro dell’Abbazia e la sua chiesa, dove è possibile ammirare opere di Lattanzio Gambara e Pietro Marone, due grandi esponenti del rinascimento bresciano. Proseguendo la nostra strada da Rodengo ci portiamo a Paderno Franciacorta, e successivamente a Passirano, dove costeggeremo il magnifico Castello di Passirano, attorniato da alcuni dei più affascinanti vigneti della Franciacorta. Da questo momento la ciclabile entra veramente nel cuore del paesaggio della Franciacorta, su strade bianche ci accompagna tra vigneti e piccole colline. Una volta giunti a Monterotondo, la strada devia sempre su strade di campagna ci conduce a Provaglio d’Iseo, dove si potrà iniziare a scorgere il Lago. 

Da Provaglio una volta giunti alla piccola Stazione Ferroviaria, che funge anche da magnifico bar con una vista mozzafiato, entriamo nel Parco delle Torbiere, un luogo unico del sebino. La ciclabile passa all’interno delle Torbiere e ci troveremo su lembi di terra con acqua sia alla nostra destra che alla nostra sinistra. Usciti dalle Torbiere, proseguieremo sulla ciclabile che affianca la strada del Lago, e in poco tempo saremo giunti a Paratico. Il ritorno è possibile sia farlo a ritroso, che tornare alla stazione di Provaglio di Iseo e da qui prendere il trenino che ci riporterà a Brescia.

INTERESSE PAESAGGISTICO

La ciclabile unisce la città e il lago, attraversando un territorio unico e rinomato come la Franciacorta e i suoi vigneti, e ci farà attraversare le Torbiere del Lago di Iseo, un’area protetta dove è possibile avvistare avifauna unica e rara. In assoluto una delle ciclabili più interessanti di tutta Italia.

INDICAZIONI, CARTELLONISTICA e protezione del ciclista

Indicazioni e cartellonistica sono mediamente buone, purtroppo peccano alcuni svincoli, e in alcuni comuni, soprattutto il caso di Gussago, si rischia di sbagliare strada pertanto consigliamo di utilizzare il tracciato che vi forniamo con la sua relativa app qui sotto. Dei 30 km circa metà sono su pista ciclabile, mentre il restante sono su strade secondarie non chiuse al traffico veicolare, pertanto in buona parte del sentiero è importante prestare attenzione alle auto e agli incroci. Sarebbe auspicabile un maggiore impegno da parte delle amministrazioni a trasformare questa magnifica strada in una ciclabile vera e propria da percorrere in assoluta sicurezza.

COSA VEDERE

LUNGO IL PERCORSO

Abbazia di rodengo
L'Abbazia Olivetana di Rodengo
Le torbiere del lago di Iseo
Le Torbiere di Iseo
Il Castello di Paderno
Il Castello di Passirano

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