Brescia

DUOMO NUOVO

Il Duomo nuovo di Brescia

Dove si trova

In piazza Paolo IV (già Piazza Duomo) nel cuore del centro di Brescia 

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La facciata esterna del Duomo Nuovo

CARATTERISTICHE

Il Duomo Nuovo è un edificio che si distingue per la sua storia di costruzione prolungata, estendendosi per circa 230 anni. Questa lunga durata della fabbrica ha contribuito a creare una struttura architettonica e decorativa che, nonostante la coerenza generale, rivela una fusione di stili. 

All’interno e soprattutto sulla facciata, si può notare una mescolanza di elementi barocchi e neoclassici. Questa commistione di stili dà origine a un’interpretazione unica, dove il barocco si stempera con l’eleganza neoclassica, risultando in un edificio che sembra iniziare con un gusto barocco e finire con uno stile neoclassico.

La Navata centrale del Duomo

LA CATTEDRALE DI BRESCIA

Il Duomo nuovo di Brescia, o cattedrale estiva di Santa Maria Assunta, è un capolavoro dell’architettura sacra. La sua costruzione è iniziata nel 1604, su progetto dell’architetto bresciano Giovanni Battista Lantana, e si è protratta fino al 1825, coinvolgendo diversi architetti e artisti nel corso dei secoli. La sua posizione, nella piazza Paolo VI, ne fa uno dei fulcri della vita cittadina.

Eretto sul sito della precedente basilica paleocristiana di San Pietro de Dom, il Duomo nuovo rappresenta un mix di stili architettonici, che vanno dal tardo Rinascimento al Neoclassicismo. La sua imponenza e la ricchezza artistica al suo interno lo rendono una tappa imprescindibile per chi visita Brescia.

IL PROGETTO INIZIALE

La storia della cattedrale inizia nel 1603 quando Agostino Avanzo propone la costruzione di un nuovo edificio religioso al posto dell’antica basilica paleocristiana di San Pietro de Dom ormai pericolante.

Dopo che i suoi primi progetti vengono scartati per non essere in linea con le direttive della Controriforma e del Concilio di Trento, viene accettato il progetto proposto da Giovanni Battista Lantana. Questo progetto presenta una pianta a croce greca inscritta in un quadrato, con una grande cupola centrale e quattro cupole minori, simile a quello di Bramante per la basilica di San Pietro.

Tuttavia, altre controversie sorgono riguardo alla posizione della nuova cattedrale. Alcuni suggeriscono di costruirla sul lato sud della piazza, creando un effetto monumentale di gusto barocco, mentre altri vogliono demolire la basilica esistente per far posto al nuovo Duomo. 

La famiglia degli aristocratici bresciani proprietaria di una villa sita nella zona proposta per la costruzione (la famiglia Negroboni) però chiede in cambio della cessione del terreno e della demolizione della villa, la costruzione di una nuova residenza con un parco.

In più si sarebbe dovuto aggiungere il costo della restaurazione della basilica paleocristiana ormai cadente.

Dopo varie discussioni, si opta per la soluzione più economica: demolire l’antica basilica e costruire al suo posto il nuovo Duomo.

Ma la croce greca ancora non convinceva totalmente tutti quindi il Lantana propone un terzo e quasi definitivo progetto che prevede l’aggiunta di un ordine minore tuscanico oltre quello maggiore corinzio e una ulteriore cupola nell’abside, retta da contrafforti esterni intervallati da nicchie.

La cupola del Duomo vista dall'interno

LA POSA DELLA PRIMA PIETRA

La posa della prima pietra avviene nel 1604 ma l’inizio dei lavori non attenua le polemiche.

La rivalità maggiore é tra Pier Maria Bagnadore e il Lantana stesso e riguarda ancora principalmente la forma della pianta del duomo. Bagnadore voleva trasformarla in croce latina, mentre il Lantana preferiva mantenere la croce greca. 

Nonostante Bagnadore assuma l’incarico di direttore dei lavori con un progetto praticamente uguale a quello del Lantana ad eccezione dell’aggiunta di una campata ad ovest che trasformava di fatto la croce greca in croce latina, le polemiche non si fermano e i lavori non avanzano.

Alla fine, lo stesso Bagnadore tornerà ad un progetto a croce greca e riducendo a due le nicchie esterne. Nelle nicchie verranno inserite le statue dei santi Faustino e Giovita, tuttora presenti.

LA PESTE DEL SEICENTO

L’epidemia di peste del 1630 ebbe un impatto significativo sull’economia e sulla demografia del Nord Italia, mettendo a dura prova il cantiere del Duomo e causando un arresto quasi quarantennale nei lavori di costruzione. 

È interessante notare che il ripristino del cantiere nella seconda metà del Seicento fu reso possibile in parte proprio grazie alle eredità donate alla Chiesa da coloro che perirono a causa della peste, migliorando così le condizioni economiche della Diocesi di Brescia. Questo permise alla fabbrica di riprendere i lavori, anche se la crisi persisteva al di fuori del cantiere. Con la ripopolazione del cantiere, inizia la terza fase di costruzione del Duomo.

La navata centrale

LA CONCLUSIONE DEI LAVORI

Nel 1758 C’è un nuovo avvicendamento a capo del cantiere e a prenderne le redini della fabbrica, portando avanti importanti modifiche, subentra Giovanni Battista Marchetti.

La facciata subì ulteriori interventi per adattarla al gusto neoclassico, includendo l’aggiunta di un frontone triangolare  che sarà finalmente quello definitivo.

La cupola, elemento centrale del progetto sin dall’inizio, fu completata nel 1825 sotto la guida di Luigi Cagnola. Questa imponente struttura, con un diametro interno di 21 metri e esterno di 26 metri e un’ altezza complessiva di 64,29 m etri, posizionò la cupola del Duomo nuovo di Brescia al 3° posto in Italia dopo quella della basilica di San Pietro a Roma e Santa Maria del Fiore a Firenze.

La facciata del Duomo

ESTERNO

Il Duomo Nuovo di Brescia è un capolavoro architettonico che ha richiesto quasi due secoli per essere completato. La sua costruzione iniziò nel 1604 e si concluse nel 1825 con l’aggiunta della maestosa cupola.

La facciata del Duomo Nuovo è realizzata in marmo di Botticino e presenta una simmetria pronunciata. Si sviluppa su due ordini: Il livello inferiore, più ampio, contiene i due ingressi laterali, mentre quello superiore è principalmente decorativo, con un’altezza maggiore rispetto al soffitto effettivo della cattedrale. 

L’ordine architettonico predominante è il corinzio, mentre le basi sono tutte attiche.

Al centro della simmetria si trova il grande portale d’ingresso, con un frontone ad arco che ospita il busto del Cardinale Angelo Maria Querini, realizzato da Antonio Calegari nel 1750. Sul livello superiore, c’è un alto finestrone sormontato da un frontone triangolare. 

Il frontone principale della facciata è anch’esso triangolare e presenta lo stemma della città di Brescia, circondato dalle statue della Vergine Assunta e dei Santi Pietro, Paolo, Giacomo e Giovanni.

Nelle nicchie dell’abside si trovano le statue dei Santi Faustino e Giovita, opera di Antonio e Carlo Carra, mentre sulla porta laterale verso Via Querini è collocata una statua di San Giovanni Battista. Questi dettagli conferiscono alla facciata della cattedrale un forte valore simbolico e artistico, evidenziando la ricchezza storica e culturale della città di Brescia.

L'interno della chiesa

Interno

L’interno del Duomo Nuovo di Brescia evoca un’atmosfera di maestosità e bellezza sobria, con la sua pianta a croce greca e le pareti bianche che conferiscono un senso di grandiosità.

I dettagli architettonici, come il fregio a girali d’acanto lungo la cornice e le colonne scanalate con capitello corinzio, aggiungono eleganza e raffinatezza. L’uso dei fregi e delle rosette nei sottarchi e nella cupola aggiunge movimento e interesse visivo alla struttura.

Colpisce la pianta a croce greca, con un’unica navata che circonda l’ampio centro dell’edificio sormontato dalla cupola. Nonostante ciò, la profonda abside evidenzia un asse principale di simmetria, mantenendo l’impianto a croce greca in linea con le direttive della controriforma. 

L’ordine corinzio gigante della facciata si ripete all’interno, decorando coerentemente tutte le pareti e i sostegni della cupola. Quest’ultima poggia su un alto tamburo illuminato da ampi finestroni rettangolari, mentre quattro piloni ingentiliti da otto alte colonne libere, anch’esse di ordine corinzio, sostengono l’intera struttura, rivolte verso il vano centrale. 

Dal pavimento alla sommità della lanterna si raggiungono gli 80 metri di altezza. All’epoca della sua edificazione, era uno degli edifici religiosi più importanti d’Italia.

Ai quattro pennacchi sono apposti i busti in marmo degli evangelisti: San Giovanni e San Luca sono opera di Santo Calegari il Giovane, mentre San Marco e San Matteo sono del Carboni.

 

La statua dedicata a Paolo VI

MONUMENTO A PAOLO VI

Paolo VI, nato a Concesio nella provincia di Brescia, fu ordinato sacerdote nel Duomo Nuovo nel 1920 e divenne Papa nel 1963 fino al 1978. Nel 2014, Papa Francesco lo proclamò Beato. 

La città di Brescia ha sempre ricordato e onorato il suo legame con il Papa, dedicandogli la piazza antistante le due cattedrali e erigendo un monumento nel 1984, opera dello scultore Lello Scorzelli

L’opera raffigura Paolo VI nell’atto di aprire la porta santa all’inizio dell’anno giubilare nel 1974, un momento significativo per il pontefice. Il monumento presenta Paolo VI inginocchiato sulla soglia della porta santa, con dietro lastre di ardesia che mettono in risalto la sua figura dorata. 

Le due ante della porta bronzea mostrano scene della vita di San Paolo, mentre in alto è presente lo stemma del Papa. 

L’iscrizione in latino sul basso zoccolo di marmo nero del Belgio recita “PAULUS VI PONT. MAX. BRIXIENSIS”, sottolineando il legame speciale tra Paolo VI e la città di Brescia. 

STATUE DEL PRESBITERIO

Le sculture di San Filastrio e San Gaudenzio presenti  nel presbiterio, eseguite da Antonio Calegari su commissione del cardinale Querini sono state realizzate in pietra di Botticino nel 1739 e rappresentano due importanti figure della chiesa bresciana delle origini. 

Il cardinale Querini, impegnato nel recupero del profilo storico e spirituale di questi vescovi, desiderava che le statue fossero nobili, spiritose e naturali. Calegari conferì alle figure un’animazione e una vitalità straordinarie, con particolare enfasi sulle espressioni dei volti e delle mani.

Filastrio regge l’ampio piviale e indica con decisione la pala d’altare con l’Assunta, simboleggiando la fede, mentre Gaudenzio tiene il libro con i suoi scritti, rappresentando la dottrina. Le superfici delle statue sono mosse in uno stile barocco, con passaggi chiaroscurali che enfatizzano i dettagli dei tessuti, dei volti e delle mani.

L'altare maggiore con la Pala dell'Assunta

PALA DELL’ASSUNTA

La Pala dell’Assunta è davvero un capolavoro che mescola abilmente inventiva e uso del colore. Giacomo Zoboli si ispira all’Assunta del Moretto, ma aggiunge un tocco libero e dinamico, confrontandosi con i modelli emiliani dei Carracci e con composizioni “alla romana”. 

La disposizione degli apostoli nella parte bassa e la Madonna sorretta dagli angeli in volo nella parte alta conferiscono un senso di movimento e vitalità. Zoboli mostra una modernità nel taglio dei corpi degli apostoli e utilizza enfasi e colori accesi tipici del clima pittorico romano.

L’ARCA DI SANT’APOLLONIO

L’Arca di Sant’Apollonio era Inizialmente situata nella basilica costruita dal vescovo Apollonio stesso. le sue reliquie furono successivamente traslate in varie sedi ecclesiastiche prima di essere collocate nel Duomo Vecchio e infine nella nuova cattedrale nel 1674.

Il monumento, realizzato in pietra bianca, è adornato con dettagliati rilievi che raffigurano importanti episodi della vita di Sant’Apollonio, come la sua predicazione a Brescia e la sua morte. 

Sopra l’arca si erge un’edicola, che presenta una figura solenne del santo in abiti vescovili, mentre un fastigio incoronato dalla Madonna con il Bambino e due angioletti genuflessi sovrasta il tutto. Una lastra commemorativa ricorda il riposizionamento del monumento alla fine del XVII secolo.

CROCIFISSO LIGNEO

Il Crocifisso ligneo datato 1502, opera di Francesco Giolfino, è un capolavoro dell’intaglio e della policromia. 

Giolfino, proveniente da una rinomata bottega di scultori e intagliatori a Verona, stabilì una sua bottega  a Brescia, influenzando profondamente gli artisti locali. 

Il Crocifisso originariamente adornava la cattedrale paleocristiana di San Pietro de Dom e successivamente fu trasferito nella nuova chiesa, posizionato sull’altare a destra.

L’opera rivela chiari influssi tedeschi nelle sue tonalità drammatiche ed espressionistiche, ma mostra anche evidenti richiami al Rinascimento, evidenziati soprattutto dalla tensione del corpo di Gesù, che smorza il dramma ma ne accresce l’intensità. La sua bocca contorta dall’agonia e le guance consunte trasmettono un’intensità emotiva straordinaria.

Sebbene la cromia originale sia parzialmente conservata, alcune parti, come il sangue che sgorga dalla ferita al costato, sono state ritoccate in epoche successive.

Il pulpito dell'altare maggiore

Curiosità

Il Duomo Nuovo subì danni significativi a causa di un bombardamento aereo del 1944, che provocò danni al rivestimento in piombo della cupola e ai vetri delle finestre. Gli interventi di restauro successivi, soprattutto nel dopoguerra, hanno contribuito a preservare e ripristinare l’aspetto originale dell’edificio, sebbene alcune tracce dei danni subiti siano ancora visibili, come le scalfitture sulle pareti dell’abside.

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